martedì 16 aprile 2013

VINNATUR: DIECI ANNI DI “VILLA FAVORITA”

Questa del 2013, è stata l'edizione del decennale per uno dei saloni di vini naturali più conosciuti d'Italia, di certo il più blasonato con i suoi 140 espositori italiani ed esteri di ottima qualità.
Il merito di tutto questo và ad Angiolino Maule fondatore ed attuale presidente dell'associazione VinNatur che organizza la tre giorni di Villa Favorita a Monticello di Fara (VI).
Questa mia seconda partecipazione all'evento non ha fatto che confermare le sensazioni avvertite lo scorso anno e che sintetizzo in due sole parole: estremo appagamento!
Appagamento sotto tutti i punti di vista, tanto più tangibile se confrontato con la frenesia di quello che mi aspettava il giorno dopo: il Vinitaly!
Partenza poco prima dell'alba, viaggio rilassante, poco traffico e la musica a farmi compagnia insieme all'intima attesa del piacere, che è essa stessa piacere (cit. G. E. L.).
La “signorina” del navigatore ad un certo punto mi dice che mancano 200 metri all'arrivo, mi viene il dubbio di aver sbagliato strada: niente traffico, niente code, niente caos, poi improvvisamente, in cima ad un colle, si staglia la maestosità di Villa Favorita, e la prospettiva che corre attraverso la vecchia cancellata lungo il viale alberato rende ancora più affascinante l'austera architettura settecentesca, con l'auto si arriva praticamente dentro la Villa, il parcheggio è lì a pochi passi, nessun parcheggiatore a consegnare ticket, solo gentili volontari in divisa che dispensano informazioni e consigli, ed il parcheggio è gratuito!
Una volta dentro si resta colpiti dagli affreschi delle sale espositive, l'atmosfera continua ad essere rilassante e per tradizione apro le danze con gli champagne presenti, poi comincio ad incontrare i primi amici tra i visitatori ed i produttori, saluti, brindisi, assaggio delle novità, condivisione di esperienze, scambi di opinione, appuntamenti futuri... Ma io ho in tasca la scaletta dei vini da assaggiare non posso perdermi in chiacchiere... Questo pensiero mi domina solo per una decina di secondi, in fondo sono lì per puro piacere, perchè farmi guidare dalla razionalità?
I visitatori sono numerosi, ma negli stand non sono affatto invadenti ed i vignaioli sono lì: sorridenti e sinceramente disponibili.
Ai tavoli non è mai mancato pane o similari per “aiutare” le degustazioni, al piano terra si sfornavano pizza e focacce, mentre gli chef preparavano ottimi piatti per chi voleva pranzare, e poi vogliamo parlare anche dell'ampio prato in cui era possibile fare due chiacchiere, mangiucchiare o stendersi per rilassarsi ulteriormente? Beh... Per quest'anno pioggia permettendo!
Al rientro dal prato, inevitabilmente e puntualmente, ci si smarrisce nel labirinto di sale e salette alla ricerca di qualche produttore o delle scale per salire al primo piano! Alzi la mano chi non si è mai perso almeno una volta all'interno di Villa Favorita!
La giornata continua ad appagarci con l'allegra euforia generata da quei vini che non mettono mal di testa, ancora chiacchiere tra amici, il bicchiere della staffa, ed all'uscita, manco a dirlo, nessuna traccia di traffico isterico.
Ma Villa Favorita è anche degustazioni tematiche guidate, buyer esteri, convegni, e quest'anno c'era anche la blogger statunitense Alice Feiring per presentare il suo libro “Vino (al) naturale”.
Sembrerebbe tutto finito qui, ed invece no: in una fiera del vino a misura d'uomo, vera, sincera, può anche capitare di restare a cena con qualche produttore e continuare a bere quei vini che ognuno di loro porta con sè fin sulla tavola della trattoria, voglio ringraziare da qui gli amici Aurelio, Franco, e company per la bella serata.
Mi accorgo solo ora che ho parlato di tutto tranne che di vino, beh erano buoni fidatevi, e per un vero appassionato, non credo si possa prescindere dai profumi e dal gusto che può rilasciare un qualsiasi vitigno, che pensavamo a noi noto e sviscerato, se vinificato con tecniche non convenzionali, o meglio: convenzionali fino a qualche decennio fa, infatti il vino si faceva proprio così prima dell'avvento delle moderne pratiche e tecnologie enologiche.
Vorrei citare solo una particolare categoria di vini che si possono trovare in questo tipo di fiere: gli “Orange Wine”, per noi italiani tale nome non rende al meglio, si tratta di vini ottenuti da uve bianche vinificate con più o meno lunghe macerazioni sulle bucce (anche mesi!), ovviamente ossidati al punto da far tendere il giallo carico verso l'arancione, è un'esperienza gusto olfattiva da provare, alla faccia del “giallo paglierino cristallino” di accademica memoria!

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