Il merito di tutto questo
và ad Angiolino Maule fondatore ed attuale presidente
dell'associazione VinNatur che organizza la tre giorni di Villa
Favorita a Monticello di Fara (VI).
Questa mia seconda
partecipazione all'evento non ha fatto che confermare le sensazioni
avvertite lo scorso anno e che sintetizzo in due sole parole: estremo
appagamento!
Partenza poco prima
dell'alba, viaggio rilassante, poco traffico e la musica a farmi
compagnia insieme all'intima attesa del piacere, che è essa stessa piacere (cit. G. E. L.).
La “signorina” del
navigatore ad un certo punto mi dice che mancano 200 metri
all'arrivo, mi viene il dubbio di aver sbagliato strada: niente traffico,
niente code, niente caos, poi improvvisamente, in cima ad un colle,
si staglia la maestosità di Villa Favorita, e la prospettiva che
corre attraverso la vecchia cancellata lungo il viale alberato rende ancora più affascinante l'austera architettura settecentesca, con l'auto si arriva praticamente
dentro la Villa, il parcheggio è lì a pochi passi, nessun
parcheggiatore a consegnare ticket, solo gentili volontari in divisa
che dispensano informazioni e consigli, ed il parcheggio è gratuito!
Una volta dentro si resta colpiti dagli affreschi delle sale espositive, l'atmosfera continua ad essere rilassante e per tradizione apro le danze con gli champagne presenti, poi comincio ad incontrare i primi amici tra i visitatori ed i produttori, saluti, brindisi, assaggio delle novità, condivisione di esperienze, scambi di opinione, appuntamenti futuri... Ma io ho in tasca la scaletta dei vini da assaggiare non posso perdermi in chiacchiere... Questo pensiero mi domina solo per una decina di secondi, in fondo sono lì per puro piacere, perchè farmi guidare dalla razionalità?
Una volta dentro si resta colpiti dagli affreschi delle sale espositive, l'atmosfera continua ad essere rilassante e per tradizione apro le danze con gli champagne presenti, poi comincio ad incontrare i primi amici tra i visitatori ed i produttori, saluti, brindisi, assaggio delle novità, condivisione di esperienze, scambi di opinione, appuntamenti futuri... Ma io ho in tasca la scaletta dei vini da assaggiare non posso perdermi in chiacchiere... Questo pensiero mi domina solo per una decina di secondi, in fondo sono lì per puro piacere, perchè farmi guidare dalla razionalità?
I visitatori sono
numerosi, ma negli stand non sono affatto invadenti ed i vignaioli
sono lì: sorridenti e sinceramente disponibili.
Ai tavoli non è mai
mancato pane o similari per “aiutare” le degustazioni, al piano
terra si sfornavano pizza e focacce, mentre gli chef preparavano
ottimi piatti per chi voleva pranzare, e poi vogliamo parlare anche
dell'ampio prato in cui era possibile fare due chiacchiere,
mangiucchiare o stendersi per rilassarsi ulteriormente? Beh... Per
quest'anno pioggia permettendo!
Al rientro dal prato,
inevitabilmente e puntualmente, ci si smarrisce nel labirinto di sale
e salette alla ricerca di qualche produttore o delle scale per salire
al primo piano! Alzi la mano chi non si è mai perso almeno una volta
all'interno di Villa Favorita!

Ma Villa Favorita è
anche degustazioni tematiche guidate, buyer esteri, convegni, e
quest'anno c'era anche la blogger statunitense Alice Feiring per
presentare il suo libro “Vino (al) naturale”.
Sembrerebbe tutto finito
qui, ed invece no: in una fiera del vino a misura d'uomo, vera,
sincera, può anche capitare di restare a cena con qualche produttore
e continuare a bere quei vini che ognuno di loro porta con sè fin
sulla tavola della trattoria, voglio ringraziare da qui gli amici
Aurelio, Franco, e company per la bella serata.
Mi accorgo solo ora che
ho parlato di tutto tranne che di vino, beh erano buoni fidatevi, e
per un vero appassionato, non credo si possa prescindere dai profumi
e dal gusto che può rilasciare un qualsiasi vitigno, che pensavamo a
noi noto e sviscerato, se vinificato con tecniche non convenzionali,
o meglio: convenzionali fino a qualche decennio fa, infatti il vino
si faceva proprio così prima dell'avvento delle moderne pratiche e
tecnologie enologiche.
Vorrei citare solo una
particolare categoria di vini che si possono trovare in questo tipo
di fiere: gli “Orange Wine”, per noi italiani tale nome non rende
al meglio, si tratta di vini ottenuti da uve bianche vinificate con
più o meno lunghe macerazioni sulle bucce (anche mesi!), ovviamente
ossidati al punto da far tendere il giallo carico verso l'arancione,
è un'esperienza gusto olfattiva da provare, alla faccia del “giallo
paglierino cristallino” di accademica memoria!
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Spunti enoici... E gastronomici